lunedì 30 aprile 2012

Il piddino

di Fabrizio Tringali 
(aggiornato con un video in fondo al post)

Antonio Gramsci odiava gli indifferenti. E anche io. E rispettava i partigiani, sia quelli che si schieravano dalla sua parte, sia gli avversari. E anche io. 
Ma quel che odio di più non è l'ignavia. Rispetto ad essa c'è di peggio: io odio l'atteggiamento del piddino

domenica 29 aprile 2012

Sondaggio "Fuori dall'Euro", i SI al 57%

di Fabrizio Tringali


L'ultima puntata di Servizio Pubblico è stata dedicata al tema "Uscire dall'Euro?".
Il sondaggio effettuato durante la trasmissione ha visto la partecipazione di 270mila persone. I favorevoli all'abbandono della moneta unica sono stati il 57%.
Ennesima prova di quanto sosteniamo da mesi: si apre un enorme spazio politico a disposizione di quanti sapranno spiegare la follia della moneta unica e dell'appartenenza all'Unione Europea
Oggi purtroppo mancano forze politiche popolari che coprano questo vuoto, nel quale si infilano, come prevedibile, i dinosauri del ceto politico di destra e di sinistra.
Anche Beppe Grillo cavalca il malcontento verso l'Euro (destinato a crescere ancora di più), ma purtroppo in modo ancora ambiguo, cioè senza mettere in discussione l'appartenenza all'Unione Europea
La UE è nata solo ed esclusivamente per garantire la libera circolazione di merci e capitali, e di conseguenza per privare gli Stati membri della loro sovranità.
Il nuovo trattato "fiscal compact" non si applica solo ai 17 Stati appartenenti all'Euro, ma a tutti i Paesi UE che lo ratificheranno. I governi che l'hanno accolto sono 25 su 27 aderenti all'Unione Europea.
Proporre l'uscita dall'Euro e contemporaneamente la permanenza nella UE è un non-senso. 
Speriamo che a rendersene conto non sia solo l'ultradestra....


[Per ascoltare i risultati del sondaggio sull'Euro visionare da 1h19'18" a 1h19'28" ]

sabato 28 aprile 2012

Intervento

Per chi è interessato: oggi pomeriggio (sabato 28 Aprile) sarò ospite del programma "A noi vivi", condotto da Lanfranco Nosi, che si può ascoltare dalle 16 alle 18 collegandosi al sito http://www.radiogas.it/  Il tema della puntata è "Dentro o fuori l'euro".
(M.B.)

Aggiornamento: la discussione in podcast si può trovare al seguente indirizzo: http://lanfranconosi.podomatic.com/entry/2012-04-29T01_14_50-07_00

(dal minuto 27 in poi)

giovedì 26 aprile 2012

Che bel quadretto

 Claudio Martini

Angela Merkel è in difficoltà: la sua politica "arcigna" ha permesso alla sua coalizione (CDU+CSU) di assorbire gran parte dei voti in uscita dal FDP, il partito liberale che esaltava il modello liberista e l'esempio tedesco contro i pigri e spendaccioni PIGS. Nonostante questo successo, la cancelliera potrebbe trovarsi presto con una maggioranza sì relativa, ma ben lontana dall'essere assoluta, e non in grado di sostenere un governo. Ma niente paura, arrivano i piddini (quelli teutonici)!

Austerità ed Europa

Emiliano Brancaccio, Marco Passarella, L'austerità è di destra. E sta distruggendo l'Europa. Il Saggiatore 2012.

Emiliano Brancaccio e Marco Passarella hanno scritto un testo di grande valore, che unisce chiarezza espositiva, lucidità nell'analisi, consequenzialità nelle argomentazioni. Nella sua brevità (che porta gli autori, con modestia forse eccessiva, a parlarne come di un pamphlet) esso fornisce una visione coerente della crisi in corso, a partire dalle sue radici nel regime di accumulazione instaurato in Occidente negli ultimi trent'anni, per arrivare ai problemi europei e italiani. Gli autori spiegano come le attuali politiche di austerità, che tutti i ceti dominanti europei stanno mettendo in opera, siano destinate a peggiorare la crisi attuale.

mercoledì 25 aprile 2012

Le bestemmie di Monti e Napolitano sul 25 aprile

di Fabrizio Tringali


Le frasi pronunciate dal Presidente del Consiglio e dal Presidente della Repubblica in occasione del 25 Aprile sono delle vere e proprie bestemmie contro la Resistenza, la lotta di Liberazione nazionale e la Costituzione della Repubblica che ne è scaturita.

Mario Monti si produce in un parallelismo fra la liberazione dal nazifascismo e quella che lui considera la necessaria liberazione da alcuni modi di pensare e di vivere che le hanno finora impedito di pensare al futuro”.
Il capo del governo non si riferisce al malaffare, alle ruberie compiute dagli stessi partiti che lo sostengono, al circolo vizioso generato dall'intreccio fra politica ed affari, alla mostruosa evasione fiscale, al potere delle mafie. No, niente di tutto questo.
Monti se la prende coi lavoratori che si aggrappano al loro diritto di non essere licenziati. A quanti non accettano di piegare la testa di fronte alle esigenze della produzione. A tutti coloro che pensano che il sistema economico debba essere al servizio dei cittadini e non il contrario.

Le parole del premier sono uno sfregio allo spirito della Costituzione Italiana, incentrata sulla supremazia dei valori sociali rispetto a quelli economici (l'impresa privata è libera, ma non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, e deve essere orientata a fini sociali).

Napolitano, dal canto suo, invita sibillinamente le forze politiche a “confrontandosi fattivamente con il governo fino alla conclusione naturale della legislatura”. E si permette quindi di ostacolarne, per l'ennesima volta, la possibile fine anticipata, invadendo la sovranità del Parlamento.

Questo ceto politico e finanziario maleodorante celebra il 25 Aprile, e finge di onorare la Resistenza, ma sa che la Costituzione è l'ultimo baluardo rimasto in piedi contro i suoi meschini disegni. Per questo la stanno abbattendo.

La follia del pareggio di bilancio, le previste "riforme istituzionali", le proposte di modifica all'articolo 41, rappresentano il definitivo colpo di grazia contro le ultime speranze di impedire lo sgretolamento del tessuto sociale del Paese.

martedì 24 aprile 2012

Esercizi di memoria



Da parte del governo e dei partiti di maggioranza il coro è
assordante: il massacro sociale che ci ha preparato il governo Monti
serve a "non farci finire come la Grecia". Noi siamo invece convinti
che queste misure ci porteranno proprio nella situazione della Grecia:
la quale, come è noto, ha fatto esattamente, tempo fa, quello che stiamo
facendo noi. Nel mondo contemporaneo si dimentica facilmente. Abbiamo
aperto questo blog anche per fare un esercizio di memoria. Facciamo
uno sforzo per non dimenticare quello che i Monti, i Bersani e tutti gli altri oggi ci dicono.
(M.B.)

lunedì 23 aprile 2012

Risultati prevedibili, evoluzioni scontate

 Claudio Martini

Mentre in Italia si sta ormai perdendo l'abitudine al voto (leggere per credere), In Francia, paese sovrano, ci sono state le elezioni presidenziali. I risultati sono ormai arci-noti. Il candidato MLP, quello che denuncia i disastri economici provocati dall'Euro e dalla UE, che invoca l'uscita dalla NATO e critica l'interventismo USA, che vorrebbe una Francia non più nucleare e combatte contro le privatizzazioni e le liberalizzazioni, che propone una Banca di Francia al servizio delle politiche sociali, la separazione tra banche d'affari e banche d'investimento, la limitazione dei movimenti di capitale, una nuova regolazione del commercio internazionale e la fine del predominio del Dollaro- ecco, quel candidato ha preso il 18%, mentre il candidato JLM, che per tutta la campagna ha cercato di mettere in difficoltà il primo su temi non esattamente all'ordine del giorno come aborto e matrimoni gay, non ha raggiunto il 12%. C'è di che riflettere.

E c'è anche di che speculare su quello che accadrà con l'instaurazione del nuovo governo. Certo, sarebbe prematuro dare per morto Nicolas Sarkozy, e forse i suoi critici di destra italiani (qui  e qui) esprimono con troppa fretta la loro soddisfazione. Tuttavia non si può negare che Hollande sia tra i vincitori della giornata, e che le probabilità di una sua ascesa all'Eliseo sono molto elevate.
Le ipotesi sulla sorte che seguirà il futuro esecutivo socialista si riducono sostanzialmente a due: Hollande manterrà le sue promesse oppure non le manterrà. La prima opzione è abbracciata entusiasticamente dalla "sinistra italiana" (anche con toni decisamente enfatici) e pure da quella europea (pur con diverse sfumature), e sembra persino condivisa da certi settori dell'aristrocrazia finanziaria, quelli dai nervi più fragili. La seconda possiblità, invece, è abbracciata da coloro che vedono con scetticismo una svolta nella politica francese, sia per la mancanza di volontà di Hollande sia per gli effettivi vincoli con cui qualsiasi governo soggetto all'unione Europea deve misurarsi.

In generale sembra che il mainstream, italiano e non, sia orientato verso l'ipotesi meno realistica, ossia un Partito Socialista coerente e in buona fede. Se però guardiamo le cose con maggior distacco, noteremo che le due ipotesi nel medio periodo convergono verso un unico risultato: il declino delle sinistre e il decollo del Fronte Nazionale. Se Hollande fa sul serio, e davvero vuole portare in Europa politiche espansive e dare una mano di rosso (a dire il vero di rosé) ai trattati UE, dovrà necessariamente e letteralmente scontrarsi col governo di Angela Merkel. Maggiore sarà la fedeltà del PS al proprio programma elettorale, maggiore sarà la tensione tra Parigi e Berlino. Tensione che potrebbe scaricarsi in maniera distruttiva sull'intera costruzione dell'Euro, e cioè sull'intero orizzonte politico-strategico dei socialisti francesi. Nel caso invece che Hollande tradisca le aspettative, e si adegui alle disposizioni rigoriste contenute nel Fiscal Compact (e nulla lascia immaginare che non sarà così), avremo il bel risultato di un esecutivo "di sinistra" che devasta la Francia in nome dell'Europa. Con il Fronte Nazionale come unica opposizione. Come credete che andrà a finire?

domenica 22 aprile 2012

Poche righe (ma soddisfatte)

 Claudio Martini

L'editoriale di Paul Krugman, pubblicato sul New York Times e ripreso da La Repubblica, è stato un duro colpo per i piddini di tutto il mondo. In realtà il suo valore è più che altro simbolico: nulla di quanto vi è scritto costituisce una sorpresa per i meglio informati (ad esempio, i lettori di questo blog), e anzi gli si potrebbero persino muovere alcuni rilievi di carattere tecnico (non è vero che una politica fiscale accentrata più espansiva ci salverebbe, e altro). Inoltre nella critica all'euro Krugman arriva buon ultimo:  avevano già pronunciato parole inequivocabili StiglitzRoubiniThirlwall. Ma vedere pubblicato sul quotidiano che più di tutti ha fatto da grancassa per l'Euro un simile editoriale ha quasi il sapore della rivincita.

Cosa possono opporre a tutto questo gli intellettuali piddini? Poco o niente. Possiamo segnalare soltanto questo temerario intervento di Guido Rossi, notevole cattedratico già noto per aver curato la privatizzazione della Telecom, lo smantellamento della Montedison e l'ingresso di banche straniere nel nostro mercato. Qual è l'argomentazione del Nostro? Mi piacerebbe poter rispondere, ma non è possibile. l'argomentazione, semplicemente, non c'è. Il Premio Nobel paragona l'euro di oggi al gold standard degli anni '30,  e il signor Rossi risponde che il paragone è sbagliato. Punto.
Dell'articolo di Rossi solo un periodo, quello di chiusura, si salva, e solo per la sua involontaria comicità:

"...un'Europa che coesa in una politica non solo monetaria, fiscale e culturale unitaria, potrà essere seriamente concorrenziale con gli Stati Uniti d'America, soprattutto nell'eliminazione delle disuguaglianze sociali e nella qualità della vita, finalità contrarie alle logiche del capitalismo finanziario."

E così l'Europa, finalmente unita,  darà una severa lezione a quei perfidi capitalisti d'Oltreoceano, vendicando i popoli del mondo nel nome dell'Eguaglianza.

E questo è "Il Sole24Ore".

Decisamente, non c'è più il mainstream di una volta.

giovedì 19 aprile 2012

Torniamo alla Ragione

Claudio Martini

Pare che tutto il mondo si sia fermato per leggere la poesiola (in realtà comunissima prosa) di Gunther Grass sul rischio atomico israeliano. Chi la volesse leggere può cliccare qui oppure qui. Su tali fatti la posizione di questo blog è inequivocabile. In linea di principio, la libertà di opinione (garantita in Italia dall'articolo 21 della Costituzione) è assoluta e illimitata, e in un paese civile chiunque dovrebbe poter dire quel che vuole (salvo ingiurie o diffamazioni) senza temerne le conseguenze. Avvicinandoci al punto della questione, noi pensiamo che tutte le nazioni del mondo dovrebbero  essere prive di tecnologia nucleare, sia essa per scopi pacifici omilitari; ma sappiamo anche che finché le maggiori potenze non disarmeranno,ogni stato sarà spinto a dotarsi di un arsenale atomico difensivo.Ovviamente siamo contrari a qualsiasi attacco militare contro l'Iran, così come ci opponiamo ad un bombardamento della popolazione civile di Israele, ma non possiamo non sottolineare come questi continui scambi di minacce tra Teheran e Tel Aviv assomiglino sempre di più ad un gioco degli specchi, o delle parti. Noi riteniamo che l'opzione bellica sia cento volte meno probabile di quella del negoziato e dell'accordo finale (e non siamo i soli a pensarlo), anche perché la storia di questi anni dimostra che gli USA si sono per molti versi giovati dell'espansione dell'influenza iraniana.

 Alla luce di queste considerazioni appaiono ancora più sconcertanti le reazioni degli esponenti dello stato d 'Israele e del sionismo internazionale* . Vi proponiamo a mo' di esempio questo incredibile editoriale
 di Mario Pirani apparso su La Repubblica del 16 Aprile. L'articolo somiglia pericolosamente a quello che potrebbe essere uno scritto satirico contro Pirani. Una tale scompostezza ** nei toni e nelle parole non può che far pensare che le élite intellettuali che letteralmente tifano per Israele abbiano ormai perso non solo il senso delle proporzioni, ma anche quello del ridicolo, e che non posseggano più la "solidità" necessaria ad
 affrontare e elaborare il dissenso. Buon segno per i sostenitori della causa palestinese: ciò significa che il sionismo internazionale è sempre meno capace di trovare argomenti razionali.


 *per i cacciatori di antisemiti: sionismo internazionale è il nome di quel
 movimento politico, composto da cittadini di diversi paesi, di diverse lingue, culture, fedi religiose, che vuole mantenere e possibilmente espandere uno stato ebraico in
 Palestina. Nulla di più, nulla di meno.
**Forse può essere utile un confronto con questo articolo di michele Marsonet, apparso sull'Occidentale, rivista berlusconiana
assolutamente filo-israeliana. Vedete che il livello del discorso,
nonostante la connotazione politica dell'autore, non scende mai al
livello dell'allucinazione e del delirio.

mercoledì 18 aprile 2012

Due interventi di J.Halevi

Dal suo punto di osservazione a Sidney Joseph Halevi scrive sempre cose interessanti. Vi segnaliamo questo articolo, dove si parla delle politiche economiche del “penultimo Cancelliere della Repubblica di Weimar”, e di come esse assomiglino a quelle degli attuali ceti dirigenti europei; ricordando altresì che tali politiche economiche all'epoca hanno favorito la presa del potere da parte dell'ultimo Cancelliere della Repubblica di Weimar. Ci sembra valga la pena di leggere anche questa intervista. Fra le cose interessanti segnaliamo in particolare due passi. Di fronte all'andamento piuttosto negativo dei mercati, Halevi nota che

Da un po' di tempo i mercati hanno ragione, direi da circa un anno. Vi sono due aspetti: andamenti quotidiani in cui i mercati finanziari e le società hedge cercano di lucrare, poi vi sono le loro valutazioni, diciamo strutturali e il quadro è molto più realistico.

Insomma il problema non è, nell'essenziale, la “speculazione”: il problema sta proprio nell'economia reale.
E' interessante anche il passaggio finale:

Il cuore della recessione è in Europa, è l'Europa dell'euro che la genera con le sue demenziali politiche fiscali. Quindi l'Europa genera il male, non lo subisce.

Su questo punto, le conclusioni da trarre a nostro avviso sono univoche.

(M.B.)



Economia o astrologia?

Il governo prevede la crescita di 2,4 punti di PIL nel 2020
Noi vi offriamo altre previsioni, ed assicuriamo che queste hanno la stessa attendibilità
  • Il 18 aprile 2020 pioverà.
  • Il campionato di calcio 2019/2020 sarà vinto dalla Spal.
  • Nel maggio del 2020 il Presidente della Repubblica, Silvio Berlusconi assegnerà l'incarico di formare il governo a Belen Rodriguez.
Su richiesta, possiamo offrire agli affezionati lettori del nostro blog, ulteriori attendibilissime previsioni su tutto ciò che desiderano.


Fabrizio Tringali

domenica 15 aprile 2012

Leggere per credere


È impressionante la velocità con cui ci stiamo abituando ad accettare quel che fino a qualche tempo fa sarebbe apparso improponibile. Questo pezzo di Curzio Maltese, pubblicato sul Venerdì di Repubblica del 13 aprile, è sorprendente nella sua schiettezza: una classe dirigente europea è pronta a "prendere il potere" (!) in tutte le nazioni di Europa, l'Italia e la Grecia non sono che anticipazioni, noi saremo governati per lungo tempo da tecnici- E TUTTO QUESTO È POSITIVO PER IL PAESE. Leggere per credere. Presto l'idea che il governo sia diretta espressione di elezioni politiche sembrerà un relitto ideologico novecentesco, come la Costituzione o i sindacati. Questo è quanto ci prospetta un giornale che ha strepitato per anni contro l'autoritarismo di Berlusconi. Un giornale che si chiama, amara ironia, "La Repubblica". (C.M.)

clicca per ingrandire

venerdì 13 aprile 2012

Un altro giro di vite

Alcune notizie interessanti: il governo rivede al ribasso le stime sulla “crescita” del PIL italiano.
Una simile notizia indica un evidente problema rispetto alla volontà dichiarata dal governo di arrivare al pareggio di bilancio nel 2013.
Si noti poi ciò che viene detto alla fine dell'articolo citato: le banche hanno aumentato la quota di titoli di Stato nei loro portafogli. Ora, da una parte questo è l'effetto, certamente voluto, delle iniezioni di liquidità da parte della BCE. Dall'altra l'acquisto di titoli di Stato è evidentemente alla base della riduzione del famoso “spread” che è intervenuta in questo periodo.

mercoledì 11 aprile 2012

Merkel + TAV = Hollande

di Fabrizio Tringali


Nei giorni scorsi molti quotidiani hanno dato risalto all'intervista che Francois Hollande ha rilasciato all'ANSA.
Il candidato socialista alle presidenziali francesi ha lanciato un chiaro appello all'Italia: “lavoriamo insieme per cambiare il fiscal compact europeo”.
Possiamo sperare che la sinistra europea decida di smettere di sostenere politiche di rigore ad austerità che determinano la recessione, o si scagli con tutte le sue forze in difesa dei ceti sociali più deboli, del diritto dei lavoratori di non essere arbitrariamente licenziati, della possibilità di una pensione decente per tutti?


martedì 10 aprile 2012

Ultima chiamata per l'euro?

Carlomagno, Euro. Ultima chiamata, Francesco Brioschi Editore, 2012.

”Carlomagno” è il nome collettivo scelto dal gruppo di economisti (quasi tutti docenti all'Università Cattolica di Milano) che ha redatto questo interessante testo sulla crisi dell'euro.

lunedì 9 aprile 2012

E se lo dice il NYT

Il Mainstream non condivide l'ottimismo del Governo Monti sulle sorti dell'economia italiana (ed europea). Questo articolo del New York Times uscito domenica 8 aprile dovrebbe metterci tutti in guardia, mettendo in chiaro che quella in cui ci trasciniamo da qualche mese non è che una tregua nella crisi dell'Euro (nel senso di cagionata dall'Euro). In particolare Liz Alderman lascia intendere come il LTRO della BCE, lungi dal risolvere i guai europei, non faccia che aggravarli, allontanando le possibili soluzioni. Pezo el tacòn del buso.
Ecco una sommaria traduzione dell'articolo. Chi volesse consultare l'originale non ha che da cliccare qui.
(C.M.)


Di LIZ ALDERMAN

PARIGI —Fino a pochi mesi fa le banche di tutto il mondo si affannavano per liberarsi di grandi quantità di titoli pubblici europei, trasformatisi in titoli "tossici" dopo lo scoppio della crisi dei debiti sovrani.


sabato 7 aprile 2012

Lavoro senza diritti

Suggeriamo di leggere qui e qui due interviste che spiegano in maniera chiara e sintetica cosa significano i provvedimenti governativi sul lavoro. La sintesi migliore l'ha però fatta lo stesso Mario Monti: "Il reintegro? Caso estremo ed improbabile".

Questo blog si prende una piccola vacanza. Riprenderemo le pubblicazioni dopo Pasqua. Auguri a tutti e tutte.


giovedì 5 aprile 2012

Un'analisi sulle riforme Costituzionali e sulla nuova legge elettorale


di Fabrizio Tringali


I dibattiti sulle riforme della Costituzione e sulla nuova legge elettorale sembrano giunti ad uno stadio molto avanzato.
Le bozze di modifica dell'assetto istituzionale in discussione, che godono dell'appoggio dei principali partiti, mirano a ridisegnare i poteri dello Stato, aumentando i poteri del premier, ed in generale rafforzando il ruolo dell'esecutivo a scapito del legislativo.
Analizziamo le proposte sul tappeto, e le loro conseguenze.

mercoledì 4 aprile 2012

Esorcismi

di Marino Badiale

È molto istruttiva la lettura dell'editoriale di Marco D'Eramo su “Il Manifesto” del 30 marzo. Ci sembra che esso rappresenti un compendio di tutte le incongruenze della sinistra sui temi dei quali ci occupiamo in questo blog (sovranità nazionale, euro, UE). Per mostrare queste incongruenze, proviamo a sintetizzare alcuni punti del ragionamento di D'Eramo:

Qualcosa si muove/2

Anche Beppe Grillo prende posizione contro l'euro (si veda il post del 2 aprile). E qualcun altro che ci
preoccupa leggermente di più rispetto a quelli di cui abbiamo già parlato: leggete qui.
(M.B.)

martedì 3 aprile 2012

"Ulteriori azioni se necessario"


Mentre Mario Monti ci assicura che la crisi è ormai superata, un documento della Commissione UE parla di un'Italia ancora a rischio. La nostra opinione è che l'Italia sta entrando in una spirale di tipo "greco": le manovre restrittive provocano recessione, questa peggiora i conti pubblici e quindi rende necessaria un'ulteriore manovra restrittiva, e così via. Sembra che non siamo gli unici ad essere pessimisti:



(vedere qui i dati aggiornati).
In questi casi il tempo è davvero galantuomo, e potremo riparlarne.
(M.B.)

domenica 1 aprile 2012

Storia di una sconfitta

di Claudio Martini

Introduzione 
Il processo di integrazione europea ha conosciuto nella sua più che cinquantennale storia momenti di accelerazione e battute d'arresto. Significativamente, le seconde spesso coincidono con dei referendum popolari. In questa sede non si possono dimenticare i referendum sulla Costituzione Europea francese, quello olandese e quello irlandese, nonché le consultazioni sull'entrata nell'Euro di Svezia e Danimarca
Naturalmente non è sempre andata così. Oggi vi voglio parlare di un evento storico tanto importante quanto dimenticato, un evento che vide per una volta prevalere in una consultazione popolare Bruxelles. Parliamo del referendum sulla permanenza nella Comunità Economica Europea tenuto nel Regno Unito nel 1975.

Breve e chiaro

Fra le molte cose scritte in questo periodo sull'art.18, proponiamo
la lettura di questo articolo di Livio Pepino ("Il Manifesto", 30
marzo). E' breve, chiaro, dice le cose essenziali e non è appesantito dal
"sindacalese" che talvolta affligge queste discussioni.