giovedì 19 aprile 2012

Torniamo alla Ragione

Claudio Martini

Pare che tutto il mondo si sia fermato per leggere la poesiola (in realtà comunissima prosa) di Gunther Grass sul rischio atomico israeliano. Chi la volesse leggere può cliccare qui oppure qui. Su tali fatti la posizione di questo blog è inequivocabile. In linea di principio, la libertà di opinione (garantita in Italia dall'articolo 21 della Costituzione) è assoluta e illimitata, e in un paese civile chiunque dovrebbe poter dire quel che vuole (salvo ingiurie o diffamazioni) senza temerne le conseguenze. Avvicinandoci al punto della questione, noi pensiamo che tutte le nazioni del mondo dovrebbero  essere prive di tecnologia nucleare, sia essa per scopi pacifici omilitari; ma sappiamo anche che finché le maggiori potenze non disarmeranno,ogni stato sarà spinto a dotarsi di un arsenale atomico difensivo.Ovviamente siamo contrari a qualsiasi attacco militare contro l'Iran, così come ci opponiamo ad un bombardamento della popolazione civile di Israele, ma non possiamo non sottolineare come questi continui scambi di minacce tra Teheran e Tel Aviv assomiglino sempre di più ad un gioco degli specchi, o delle parti. Noi riteniamo che l'opzione bellica sia cento volte meno probabile di quella del negoziato e dell'accordo finale (e non siamo i soli a pensarlo), anche perché la storia di questi anni dimostra che gli USA si sono per molti versi giovati dell'espansione dell'influenza iraniana.

 Alla luce di queste considerazioni appaiono ancora più sconcertanti le reazioni degli esponenti dello stato d 'Israele e del sionismo internazionale* . Vi proponiamo a mo' di esempio questo incredibile editoriale
 di Mario Pirani apparso su La Repubblica del 16 Aprile. L'articolo somiglia pericolosamente a quello che potrebbe essere uno scritto satirico contro Pirani. Una tale scompostezza ** nei toni e nelle parole non può che far pensare che le élite intellettuali che letteralmente tifano per Israele abbiano ormai perso non solo il senso delle proporzioni, ma anche quello del ridicolo, e che non posseggano più la "solidità" necessaria ad
 affrontare e elaborare il dissenso. Buon segno per i sostenitori della causa palestinese: ciò significa che il sionismo internazionale è sempre meno capace di trovare argomenti razionali.


 *per i cacciatori di antisemiti: sionismo internazionale è il nome di quel
 movimento politico, composto da cittadini di diversi paesi, di diverse lingue, culture, fedi religiose, che vuole mantenere e possibilmente espandere uno stato ebraico in
 Palestina. Nulla di più, nulla di meno.
**Forse può essere utile un confronto con questo articolo di michele Marsonet, apparso sull'Occidentale, rivista berlusconiana
assolutamente filo-israeliana. Vedete che il livello del discorso,
nonostante la connotazione politica dell'autore, non scende mai al
livello dell'allucinazione e del delirio.

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