venerdì 19 ottobre 2012

I tedeschi guadagnano il doppio degli italiani?

di Fabrizio Tringali

(Con in fondo un aggiornamento del 20 ottobre)

L'intervista che mi ha fatto Claudio Messora sta suscitando grande interesse. Sul web si è sviluppato un ampio dibattito su quanto ho sostenuto. In particolare la discussione si è focalizzata sul tema delle politiche di moderazione salariale e di contenimento della domanda interna attuate in Germania, che sono le ragioni della loro minor inflazione (cioè della loro più alta competitività) e che disintegrano il mito della nazione tedesca virtuosa dove "tutti stanno meglio che da noi".

A completamento e precisazione di quanto ho detto nell'intervista, ho postato tre commenti su byoblu.com che ripropongo qui sotto:

Mio primo commento:

Il video sta suscitando grande interesse. Ne sono felice. Direi che uno degli argomenti più discussi nei commenti è quello relativo ai salari tedeschi ed al fatto che la competitività della Germania è costruita sulla bassa inflazione ottenuta contenendo i salari e comprimendo la domanda interna. Le cose stanno proprio così, ma su questo emerge ancora dello scetticismo ("Ma in Germania si guadagna di più...", "Ma il salario medio tedesco è il doppio che in Italia", etc...)
Tuttavia, nel dibattito pubblico, è ormai acclarato il fatto che uno problemi principali dell'eurozona sia costituito dalle politiche restrittive e di contenimento salariale della Germania.

Linko qui sotto alcuni interventi di autorevoli economisti che affrontano questo tema:
- De Nardis: http://www.lavoce.info/articoli/pagina1001966-351.html
- Giacché (testuale:"dal 2000 in termini reali i salari tedeschi sono diminuiti del 4,5 % (caso unico nella zona euro)"): http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/12/27/piazza-grande-euro-sette-balle-sui-tedeschi/180063/
- Bagnai - 1: http://goofynomics.blogspot.it/2012/08/i-salari-reali-alamanni-sono-scesi-del-6.html
- Bagnai - 2: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/06/18/teorico-serio-del-partito-anti-euro-litalia-deve-uscire-doloroso-ma-inevitabile/267023/
- Roubini: http://vocidallestero.blogspot.it/2011/06/leurozona-si-avvia-al-crollo.html
Credo che possa essere utile anche leggere questo: http://www.linkiesta.it/germania%20lavoro%20precari%20occupazione%20salari
Poi, chi vorrà leggere il libro, troverà in esso ulteriori fonti e approfondimenti sul tema.


Mio secondo commento (in risposta ad un lettore, come precisazione all'affermazione fatta nell'intervista: "un terzo dei lavoratori tedeschi oggi guadagna 400 euro al mese"):

Grazie, mi offri l'opportunità di fare una piccola precisazione: un terzo dei lavoratori tedeschi è occupata tramite i minijobs o attraverso forme contrattuali atipiche e precarie. Molti di questi guadagnano circa 400 euro al mese, ma non tutti. Alcuni guadagnano qualcosa in più, ma tutti quanti hanno stipendi molto molto bassi, così come tutti quanti sono sostanzialmente privi di diritti, tutele e forza di negoziazione con i rispettivi datori di lavoro. Nell'intervista ho involontariamente detto un'imprecisione sostenendo che "un terzo dei lavoratori tedeschi oggi guadagna 400 euro al mese". A guadagnare quella cifra sono tra 1/4 e 1/5 dei salariati (comunque moltissimi), mentre 1/3 è la cifra di quanti sono sottopagati e precari. Il "mito" della Germania dove "lo stipendio è doppio che da noi" è lontanissimo dalla realtà. Fatta la precisazione di cui sopra, il senso generale di quanto ho affermato nell'intervista non cambia di una virgola. Per approfondire si vedano i links che ho postato precedentemente.


Sabato 20 Ottobre. Aggiornamento

Mio terzo commento (in risposta ad un altro lettore che sostiene che: "Non è vero che un terzo dei lavoratori tedeschi guadagna 400 € al mese! ora...se si forniscono informazioni inesatte ( fasulle?) come faccio a credere al resto?? È invece vero che 1/4 dei lavoratori in Germania ha una occupazione con un salario di 400€ (o meno, geringfügige Bescheftigung), ma di questo quarto una buona parte ha anche un altro lavoro (nebenjob). In generale, a parità di qualifica professionale, nella Germania dell Ovest si guadagna molto di più che in Italia, ma il costo ed il tenore di vita sono più alti" ):


Le cose stanno come ho indicato, dopo la precisazione (che trovi anche sul mio blog main-stream.it): 1/3 dei lavoratori tedeschi ha un minijob oppure un contratto di lavoro precario, non stabile, sostanzialmente privo di diritti e tutele. Questo è il punto. Molti di loro guadagnano 400 euro, qualcuno di più. Ciò che conta è che è su questa precarizzazione delle condizioni di lavoro e sul contenimento dei salari che si fonda la bassa inflazione che determina la competitività.

Cosa vuol dire contenimento dei salari? Vuol dire, tra le altre cose, che dall'introduzione dell'euro i salari tedeschi sono cresciuti meno dell'inflazione, cioè, in, termini reali, sono diminuiti ( tra i links che ho postato vi è quello all'intervento dell'economista Giacché che dice testualmente: "dal 2000 in termini reali i salari tedeschi sono diminuiti del 4,5 % (caso unico nella zona euro)". E leggiti De Nardis su lavoce.info: "Se la locomotiva va nella direzione sbagliata".

La "virtù" tedesca alla fin fine non è altro che maggior capacità di fare il mazzo ai ceti medi e popolari. Cosa che, peraltro, i ceti dirigenti dicono apertamente. Leggi cosa scrive Bagnai in "Crisi finanziaria e governo dell'economia": "Allora leggete sul Corriere della Sera del 4 dicembre 2011 l'intervista a Roland Berger, consulente del governo Merkel: sono i sacrifici dei lavoratori tedeschi fra il 2000 e il 2010 che hanno permesso ai prezzi dei prodotti tedeschi di diminuire del 18.2% rispetto a quelli dell'eurozona, aumentando competitività ed esportazioni tedesche".

p.s: Visto che, giustamente, non vogliamo essere imprecisi, ti faccio notare un piccolo dettaglio che ti è sfuggito: la Germania Ovest si è unificata con quella dell'Est una ventina di anni fa.

14 commenti:

  1. Questa intervista ad Hans Werner Sinn l'avevate vista?

    Perché la Grecia non può fare le riforme come ha fatto la Germania?
    «Ci sono voluti alla Germania più di 13 anni, dal 1995 al 2008, per gestire un deprezzamento reale del 22%, e questo è stato accompagnato da una disoccupazione di massa. Ma mentre la svalutazione della Germania ha avuto luogo per mezzo di inflazione nel resto d'Europa, la Grecia deve effettivamente abbassare i prezzi, poiché la Germania non sosterrà una strategia di inflazione in Europa. La situazione greca è più simile alla repubblica di Weimar. Dal 1929 al 1933, la Germania ha dovuto ridurre i prezzi del 23%, dal momento che era agganciata al gold standard, mentre gli altri paesi svalutavano. Non sarà possibile per la Grecia raggiungere la competitività all'interno della zona euro».

    fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-07-03/sinn-atene-ottenuto-euro-111537.shtml?uuid=AbLiG01F

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    1. Grazie, non la conoscevo. E Sinn è una buona fonte, senza dubbio (ma solo in questo caso!).

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  2. Fabrizio,

    CHI/COSA sta guidando questo processo di "cinesizzazione" del mercato del lavoro? Nomi e cognomi?

    Tutti sappiamo che l'inflazione colpisce o colpira', e i salari sono fermi.

    Qual'e' lo scopo? Competere contro i Cinesi? Altro?

    Sono curioso.

    Grazie mille per il tuo lavoro di diffusione dell'informazione corretta, Tra parentesi, non ho mai votato a sinistra, perche' la sinistra come la destra, non esistono se non in qualche mente malata; e' un modo per dividere et imperare, almeno per me!

    Non credo piu' a nessuno, e mi piacerebbe sapere che faccia ha questo grande gioco geopoliticoeconomico.


    Fabio

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    1. http://syndikalismus.files.wordpress.com/2010/02/peter-hartz.jpg

      http://www.nndb.com/people/674/000089407/schroeder-sm.jpg

      Due esempi fra i tanti. Poi non bisogna commettere l'errore di personalizzare troppo fenomeni politico-sociali complessi 

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    2. Lo scopo è banale: aumentare i profitti. E spingere i lavoratori di fronte al ricatto: o si accetta un peggioramenti continuo delle condizioni di lavoro, o si perde il lavoro (si va a produrre da un'altra parte).
      Le facce di questo gioco al massacro sono tante e sparte nell'intero ceto politico e in quello economico-finanziario, dove alcune delle peggiori sono quelle di Marchionne o di Montezemolo, ma ha ragione Claudio, non dobbiamo personalizzare.

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  3. Scusate, ma l'abbassamento progressivo dei salari alla lunga non sarà controproducente anche per le aziende e le industrie.

    Voglio dire, se continueranno a far calare i salari si giungerà ad un punto in cui la maggior parte della popolazione non potrà più comprare molti dei beni e dei servizi che le aziende e le industrie producono. Quindi? Cosa stanno cercando di fare? Farci diventare come un paese del sud dell'america?
    O farci diventare una società "Aristocratica" con pochi che hanno tutto e la stragrande maggioranza che non ha quasi niente?

    Questo pensiero me lo ispira il buon senso perché non sono un economista ma cerco di pormi delle domande.

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    1. Giusto, ed è quello che sta succedendo già adesso. Ma tu ragioni in ottica non globalista.... Mi spiego meglio: il problema interessa ad una azienda che produce in Italia per vendere in Italia. Ma se, per esempio, l'azienda produce auto in Italia per venderle negli USA (o in Brasile etc...), allora sarà ben felice di spingere sempre più al ribasso i salari e le condizioni di lavoro. E se questo determina crisi e disastri sociali in Italia, be'... ecchissenefrega!
      Questo può farci immaginare che il mondo delle piccole e medie imprese, soprattutto quelle non troppo "globalizzate", cioè quelle che producono in Italia per il mercato interno, pian piano si sposterà sempre più su posizioni anti-euro (il che contribuisce a spiegare, per esempio, le tensioni all'interno di Confindustria tra Montezemolo e Squinzi, il primo completamente sdraiato sulle posizioni del governo Monti, il secondo un po' più critico )

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    2. si quinzi è un poco critico ...
      ma non tantissimo.-...
      http://trentinocorrierealpi.gelocal.it/economia/2012/10/20/news/rigore-di-bilancio-e-sviluppo-1.5896651

      per dire la verita' la posizione piu' forte echiara sull'eurozona l'ha presa proprio berlusconi!

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  4. Io lavoro in Germania da due anni e a parità di lavoro/mansione guadagno il doppio (da premettere che ho meno di trenta anni). La vera differenza è che qui la gente prima di spendere pensa e pianifica, in Italia si vive (e si è vissuto negli anni del berlusconismo) ormai da cicale senza pensare al futuro.
    E chi dice che chi si affaccia ora sul mondo del lavoro è sottopagato in Germania, omette un altro aspetto: chi si affaccia oggi sul mondo del lavoro in Italia non trova nulla. Non è una differenza sostanziale questa?

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    1. Quindi secondo te è meglio rinunciare ai diritti e accettare un'elemosina per il lavoro che viene fatto? Ascolta, nella mia zona c'è un viale alberato dove sono stati impiccati col fil di ferro 13 ragazzi dai 17 ai 19 anni perché lottavano per i diritti che poi sono stati ottenuti negli anni ed oggi abbiamo quasi perso del tutto...Io anche solo per rispetto verso di loro, devo lottare contro certe politiche. In Italia ci sono mentalità da sradicare, ma queste non sono la causa della crisi in atto, se guardi un pò di dati non potrai che essere in accordo con questo.

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    2. Caro Anonimo oltre ad essere offensivo sei anche mal informato. Ti informo che l'Italia è uno dei paesi dell'euro-zona dove le famiglie hanno più risparmi. Nel mondo siamo secondi solo ai giapponesi. Infatti, almeno fino all'anno scorso, i cittadini italiani con i loro risparmi potevano comprare 4 volte il loro debito pubblico. Inoltre se noi non abbiamo lavoro è a causa dell'UE e delle politiche di austerità. Studiati un po' di economia prima di aprire bocca, leggiti Krugman, Stiglitz, studia il ciclo di Frenkel ecc. oppure leggi il blog di Bagnai. Infine rimani pure in Germania perchè ci fai solo un grande favore....

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  5. Tiziano e Max, anche se avete ragione, mi chiedo se l'esprimersi con tali accenti bruschi non sia controproducente. L'anonimo non credo volesse offendere. Ha postato un commento frutto della sua esperienza e della sua, certo superficiale, visione delle cose. Comunque, se l'anonimo si è ritrovato a postare un commento su questo sito, a meno che non sia un "troll" è un giovane curioso. Che forse leggendo questi ed altri siti avrà modo di rivedere la sua opinione. All'anonimo rilevo solo che, anche accettando il dogma del debitopubblicocastacorruzione, la Germania, parola dell'Istat tedesco, ha in valori assoluti il terzo debito pubblico al mondo, superiore all'Italia! Certo, in Italia al momento non c'è futuro, ma quali sono le ragioni? Addebitarle alla "diversa mentalità" non mi sembra una profonda analisi...Tommaso Pedio

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