lunedì 2 settembre 2013

Risposte mancate

Beppe Grillo ha rilasciato qualche tempo fa un'intervista a Bloomberg Businessweek (l'intervista è stata tradotta in  italiano da Internazionale, nel numero de 23-29 agosto, ma non trovo il link alla traduzione). E' interessante notare come Grillo si rifiuti reiteratamente di rispondere alla domanda sull'euro. La ragione addotta (non voler influenzare il pubblico) è ovviamente risibile: Grillo ha scelto di fare politica, e fare politica significa appunto influenzare il pubblico. Si possono pensare molte possibili interpretazioni di questa volontà di Grillo di evitare un posizione precisa sull'euro. Fedele al principio metodologico di scegliere le spiegazioni più semplici (versione moderna del rasoio di Occam), propendo per l'ipotesi che Grillo sia indeciso per la sua mancanza di idee chiare sul tema (e magari per la presenza di opinioni diverse fra i suoi consiglieri). Si tratta di un dato estremamente negativo, perché rende il Movimento 5 Stelle sostanzialmente incapace di assumere una posizione precisa su uno dei problemi fondamentali nell'attuale fase.
(M.B.)

9 commenti:

  1. Davvero pretestuosa la giustificazione addotta: fa torto all'intelligenza di chi legge ed evidenzia l'opportunismo di chi la esprime.
    Mi pare chiaro che egli sia intimamente pro-euro, ma assuma una posizione pseudo-pilatesca per tenersi libere le mani nel caso la marea degli euro-scettici, crescente anche fra i 5 stelle, diventasse uno tsunami utile elettoralmente da cavalcare.

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  2. Sono d'accordo con Mauro, d'altra parte l'opportunismo e l'ipocrisia del soggetto hanno iniziato a diventar chiare (a chi voleva intendere) già ai tempi della sordida vicenda del microscopio elettronico di Stefano Montanari e Antonietta Gatti

    http://www.stefanomontanari.net/sito/blog/2512-il-coraggio-del-ragionier-grillo.html

    E' comunque significativo che il Movimento non riesca ad assumere una posizione chiara su qualsiasi questione se prima non è il duo Grillo Casaleggio ad esprimersi. Alla faccia della democrazia dal basso.

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  3. Credo invece che sia pura strategia, anche ben fatta.
    Sicuramente al suo orecchio sono arrivate più voci/interpretazioni/posizioni sull'eurocrisi e senza dubbio la cosiddetta base è spaccata sul tema, ma il modus operandi con cui è stata gestita la vicenda dall'inizio, rende abbastanza chiara una lettura strategica.

    Le varie oscillazioni alle quali abbiamo assistito da prima delle elezioni ad oggi (inutile ripeterle, le conosciamo bene) vengono condensate attualmente in un fantomatico referendum da svolgersi in futuro e questo secondo me è il punto fondamentale che rende l'idea del lato strategico: è un modo perfetto per "fare proprio" il tema, senza assumersene la responsabilità immediata, visto che al momento tutto comunque lascia intendere che i no-euro sono (siamo) ancora in minoranza.

    Se tra poco diverrà impossibile eludere il problema, lui potrà dire di essere stato il primo tra le forze politiche (presenti "nel mondo del visibile" cit.) ad averlo affrontato, avendo così inoltre in mano l'arma per depotenziare la giravolta che tutti ci attendiamo dal pdl (guardacaso è stato rispolverato il vecchio nome....).

    Se invece il PUDE - per capirci - riuscisse a tenere le voci dissonanti in minoranza, a tenere sotto controllo il crescente malessere della polazione facendo digerire le prossime manovre come ineludibili (magari non escludendo la possibilità di qualche improbabile deus ex machina nella politica tedesca post 22/9 che possa tenere insieme la baracca ancora un po', come la rivalutazione del mercato interno), il m5s continuerà ad essere indirizzato sui temi portanti anti-kasta, per di più con nuovo spirito propulsivo a seguito del peggioramento dei conti, proponendosi così con più forza come nuovo interlocutore per traghettare l'Italia verso l'anelato porto degli USE, al posto dei partiti tradizionali oramai compromessi nella loro credibilità.

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    1. È una tesi convincente. Tuttavia non è descrivibile come "strategia". È invece frutto di un tatticismo esasperato.

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    2. Giustissimo, errore mio!
      La strategia invece mira a sostituire i partiti tradizionali e candidarsi a nuovo referente per la colonia Italia, qualsiasi sia lo scenario che ci attende da qui a breve.

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  4. Ho votato Grillo!Lo ammetto!(il mio è stato un voto intenzionale,avevamo il problema dell'elezione del presidente della repubblica,la riforma costituzionale,e perchè no...qualche accenno all'euro ci era stato da parte di Grillo)Ma il giorno dopo le elezioni ha immediatamente lanciato un post quanto meno inquietante sulla pubblica amministrazione che succhiava soldi in ogni dove.Beh,da allora ho diffidato,ho continuato a leggere i suoi post ed ogni volta diceva una cosa per smentirla subito dopo.Vi fidereste di qualcuno che inganna se stesso?Immagino di no!Grillo non ha mai preso in seria considerazione proposte di macroeconomnia,perche?O non è in grado o è colluso,semplice!Come sono semplici i nostri politici collusi o inefficienti ,praticamente inutili! E' vero la sua base cerca strategie diverse,ma ne abbiamo il tempo?Queste lungaggini sono,per me,quantomeno sospette.Claudio.

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  5. Il M5s si presenta come forza politica antisistema, né di destra né di sinistra, e conquista i suoi consensi identificando come nemico entrambi i maggiori partiti attualmente al governo (Pdl e "pidimenoelle").
    Questo posizionamento può essere sfruttato in due modi: quello opportunistico del dare un colpo al cerchio e un colpo alla botte, così intercettando e neutralizzando la protesta; o quello antisistemico autentico, per il quale c'è una strada sola: mettere al centro della sua linea politica l'uscita dall'euro e dalla UE, comunque formulate purchè in termini di aut aut, e dunque cercando di disgregare destra e sinistra e di conquistare consensi in entrambi gli schieramenti (compresi gli astenuti di destra e di sinistra, che sono tanti).
    Perché non scelga la strategia politica autentica non lo so. Forse perché il M5S è parzialmente eterodiretto, forse perché all'interno del M5s è prevalente una cultura genericamente "di sinistra" e dunque si teme di perdere consensi nella base, forse semplicemente perché il gruppo dirigente è formato da confusionari.
    Fatto che sta che la linea scelta è quella opportunistica, che ha la sola funzione di neutralizzare l'opposizione, catturandola e dirigendola verso obiettivi sterili. Grillo svolge in Italia, in peggio, la funzione di Syriza nelle ultime elezioni greche.
    La linea "né aderire né sabotare" non è mai stata un successone.

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  6. Ricordo quanto entusiasmo per il M5S sprizzava questo blog in prossimità delle elezioni ...

    Chissà: se ora avessimo un "banale" governo Pd guidato da Bersani al posto di quello di Letta, staremmo peggio o meglio ? Ah saperlo...

    Un cordiale saluto
    marionetteallariscossa.blogspot.it

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    1. Staremmo uguale, mi sembra evidente. Comunque su questo blog non abbiamo mai lesinato critiche al M5S quando ci pareva che le critiche fossero necessarie. È consigliabile una lettura più attenta e approfondita.
      Saluti

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