sabato 28 febbraio 2015

Chi ha bisogno della giustizia? E chi ha bisogno di indebolirla?

Vaclav Havel ripeteva che "la legalità è il potere dei senza potere". Il forte non ha bisogno del diritto e della giustizia per prevalere sul debole; gli basta esercitare un po' di violenza. Il debole, invece, in assenza di diritto è alla mercé del forte.
Diritto, in termini concreti, non significa altro che la possibilità di ricorrere ad una istanza giurisdizionale indipendente, la quale abbia il potere di tutelare le ragioni del debole anche a scapito dell'arroganza dei forti; e che ponga alla base delle proprie decisioni non l'arbitrio o valutazioni di convenienza, ma un'argomentazione razionale.
Questa possibilità di ricorrere ad un giudice è un diritto costituzionale:

Art. 24
Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi.
La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento.
Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione.
La legge determina le condizioni e i modi per la riparazione degli errori giudiziari.

La giurisdizione, cioè l'attività di protezione del debole attraverso il diritto, è esercitata nel nostro ordinamento da un ordine indipendente e imparziale. Naturalmente i membri di tale organo non potranno risolvere le controversie secondo il loro orientamento preferito, senza controllo; dovranno partire sempre dal dato legislativo:

Art. 101

La giustizia è amministrata in nome del popolo. I giudici sono soggetti soltanto alla legge.


Art. 104

 La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere.

Spiegata per sommi capi cos'è la giustizia, e a chi serve, è facile arrivare alla risposta della seconda domanda: chi ha bisogno di indebolirla? I forti e i potenti.
C'è una strada di sicuro successo per indebolire la giustizia: mettere in scacco i giudici.
Ed è quello che fa, o tenta di fare, la cosidetta riforma della responsabilità civile da errore giudiziario.
Per comprendere il motivo, basta leggere con attenzione questo prezioso intervento.
Senza dimenticare un ultimo dato, che è anche un invito alla riflessione su chi sarà la vera vittima di questa riforma: i giudici sono già tutti assicurati... (C.M.)

1 commento:

  1. Questi provvedimenti, indubbiamente, indeboliscono l'indipendenza della magistratura. "La giustizia è disuguale per tutti". E' ovvio che non si fa che aggravare la situazione. Già oggi, se sono un poveraccio, cercherò di non fare mai causa a nessuno per non sopportare le spese legali da anticipare. Ben altra condizione quella di Berlusconi (ma vale per tantissimi, persino per la Tyssen) che si può permettere un collegio di avvocati azzeccagarbugli. Il caso di Berlusconi è più eclatante perché, addirittura, abbiamo rischiato di avere Previti come ministro della giustizia. Non parlo di queste vicende penose, di Ghedini, di Taormina e di altri perché ci hanno avvelenato la vita per troppo tempo.
    Quindi, questi provvedimenti non fanno altro che rafforzare chi già oggi è fortissimo. La cultura dei Promessi Sposi, a distanza di quasi due secoli, continua ad essere il filo conduttore, forti con i deboli, deboli con i forti.
    Detto questo, essendo d'accordo con lo spirito del post, sulla contemporaneità del problema da affrontare, non si può non notare l'astrattezza della questione. Anche della questione dello Stato. I diritti sono anche quelli di proprietà, anche di quelli se ne occupa la Magistratura. Sono le istituzioni che governano questo sistema. Nello stesso tempo, si sono imbastardite, i codici rappresentano anche i diritti dei più deboli, le conquiste del movimento dei lavoratori. Che però sono sotto attacco evidente.

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